Lontano dai percorsi già segnati e dalle mete iconiche, il Kerala sussurra la sua magia: un invito a rallentare, a osservare, a sentire. Chi intraprende un viaggio in Kerala non parte solo per vedere l'India, ma per ascoltarla, viverla e comprenderla nel profondo, in un itinerario che è prima di tutto emozione, poi scoperta e infine memoria indelebile.
Il primo respiro del Kerala, in India del Sud, è quello delle backwaters: un intreccio di canali, lagune e villaggi galleggianti che si esplorano lentamente, navigando con le tradizionali houseboats (Kettuvallams). Si parte da Alleppey, chiamata la "Venezia dell'Est", il punto di partenza più accessibile e vivace, ideale per una navigazione più veloce o per una crociera di una o più notti. Qui l'acqua dolce si mescola all'odore delle spezie e della salsedine, che ti avvolgono ancora prima di scendere dalla barca.
Ma il paesaggio cambia rapidamente: dalle spiagge tranquille e dai canali sereni si sale verso le alture di Munnar, dove le risaie e le piantagioni di ananas e cardamomo si rincorrono a terrazze, e le piantagioni di tè disegnano colline verde intenso che sorprendono più di quanto avessi immaginato, persino più di quelle che ho visto durante il tour Malesia peninsulare. A quasi 2000 metri d'altitudine, l'aria è fresca e limpida, e camminare tra quei filari regala un senso di meraviglia che si mescola alla quiete dei panorami, perfetti per chi cerca un'esperienza autentica lontana dalle folle.
Il Kerala non è l'India dei grandi palazzi o dei templi monumentali: è un'India che conquista con i suoi dettagli, coi sorrisi genuini, i mercati brulicanti e la quotidianità della sua gente. Ogni paesaggio racconta una storia diversa e la transizione rapida dal mare alle montagne regala al viaggio un ritmo unico, fatto di colori, profumi e sensazioni che cambiano a ogni curva.
Molti viaggiatori lo inseriscono come tappa secondaria dopo Rajasthan o Tamil Nadu, ma iniziare da qui significa vivere un approccio più dolce e delicato all'India: non si viene travolti dai monumenti ma dalle emozioni, dal ritmo lento dei canali, dal battito dei mercati, dalle risate dei bambini.
Ciò che resta impresso è la dignità della vita quotidiana: una popolazione istruita (il Kerala è lo Stato Federato con la percentuale più alta di alfabetizzazione), al lavoro con orgoglio, che sa vivere con equilibrio. Ogni incontro con i locali - dagli artigiani dei mercati ai giovani innovatori in agricoltura e turismo sostenibile - racconta storie di creatività, resilienza e apertura verso chi arriva da lontano, arricchendo il viaggio di significati che vanno oltre la semplice scoperta turistica.
Dopo secoli di colonialismo, mi chiedevo come fosse possibile, per gli indiani, non nutrire risentimento verso gli occidentali. Con calma e sincerità, la mia guida - un ragazzo posato, con tutte le risposte - mi ha raccontato che la storia qui si osserva senza rancore: si studiano i meriti e i demeriti della colonizzazione, ma il perdono e l'apertura non sono concetti astratti, bensì radicati nella vita quotidiana. Ed ecco, allora, che ciò che rende il Kerala così speciale non sono solo i paesaggi, la natura, ma la capacità delle persone di accogliere senza giudizio, di creare ponti tra passato e presente, di trasformare la memoria storica in una forza vitale che arricchisce ogni incontro.
Un itinerario in Kerala non è completo senza che ci si prenda cura di sé. Un'alba trascorsa in un trekking nella foresta del Parco Nazionale di Periyar lascia il corpo vivo e i sensi pronti ad assorbire ogni dettaglio. Poi il ritorno in hotel diventa un rito: una nuotata in piscina, il silenzio degli spazi immersi nel verde e, infine, un trattamento ayurvedico tradizionale. All'interno delle strutture, un medico dedicato valuta corpo e spirito, personalizzando ogni percorso, mentre il dispensario interno conserva tutte le erbe, le radici e le foglie essiccate necessarie per preparare i rimedi tradizionali. Ogni dettaglio trasmette cura, attenzione e autenticità.
Accanto alle sessioni di yoga, i massaggi ayurvedici diventano parte di un'esperienza di viaggio che unisce natura e benessere. Le strutture ricettive riflettono lo spirito: e uniscono storia e sostenibilità, rispettando l'ambiente, producendo internamente l'acqua potabile e riducendo ogni impatto superfluo. Ogni gesto diventa parte di un'esperienza immersiva che armonizza comfort, natura e cultura locale.
Il Kerala è una destinazione family-friendly. I viaggi in Kerala con bambini diventano avventure tra canali, passeggiate nella natura, attività sportive leggere e incontri con la popolazione locale. Ogni esperienza è educativa e coinvolgente, capace di lasciare ricordi indimenticabili a tutta la famiglia.
Il periodo migliore per un viaggio in Kerala va da ottobre a marzo, quando il clima è secco e soleggiato. I monsoni (giugno-settembre) regalano paesaggi verdi e rigogliosi, ideali per trattamenti ayurvedici e soggiorni rigeneranti.
Per chi cerca mare e relax, le spiagge di Kovalam e Varkala sono splendide in inverno, mentre gli amanti della montagna possono preferire i mesi di bassa stagione, tra aprile e maggio, per allontanarsi dal caldo della costa e scoprire le zone collinari di Thekkady e Munnar.
Il Kerala non si limita a mostrarsi, ma si lascia vivere con lentezza: tra backwaters che scorrono silenziose, piantagioni che profumano di tè e sorrisi che restano impressi. Un viaggio (su misura o non) in questa terra diventa un intreccio di natura, cultura e spiritualità, capace di trasformarsi in un ricordo luminoso che accompagna ben oltre il ritorno a casa.